La richiesta di continua informazione relativa alla dipendenza del gruppo contrassegna la neccessità di implementare programmi sostenibili che permettano “informare e formare per annullare l’immagine del mito”, azione che contribuirà per “imparare a fare” in uno spazio che permetterà aituarci per aiutare.
Molti individui che riferiscono l'esperienza nella dipendenza del gruppo riferiscono anche la necessità dell'inclusione in un gruppo di appartenenza, idea che ci fa riflettere sulle condizioni e regole attuali della nostra società. La sfida del lavoro consiste in revinculare a chi soffre la dipendenza, per comprendere che la dipendenza non implica l'identificazione, che la verità derivata da quella non è assoluta e che la dipendenza a questa fissazione evita ottenere il cambiamento, lo sviluppo e la promozione umana.
Tutto soggetto è portavoce del suo gruppo immediato ma anche simbolo e depositario delle funzioni state allineate della relativa struttura sociale; è prodotto e riflesso dei fenomeni collettivi ma no, ricevente di tutte le influenze che riceve o provano ad impiegare su lui, perché questi sono riferiti direttamente all'interazione che ciascuno stabilisce nella funzione del gioco interno della propria psiche, di quanto prova, di quanto é e di quanto é arrivato ad essere. Per quel motivo ogni individuo fa quello che può, come può e dal posto che può.
Per alcuni sará valiosa la carità, il sacrificio, la lealtà; per altri ottenere soldi o relazionarsi con chi permetta ascendere socialmente. Lo spostamento ad una nuova posizione, indipendentemente da essere considerato migliore o no, equivale sempre entrare in una regione sconosciuta. La società si muove in modo che quello che per qualcuno è un valore costante per altro sia la perdizione sociale perché offre schemi di riferimento secondo i quali uno si modella e contro i quali inoltre si ribella. Ed in questo, il tutto non sempre da senso alle parti.
Imparare a fare ci previene. L'uomo attuale deve essere preparato meglio che mai perché è causa essenziale dello sviluppo, senza dimenticarsi che un paese è la qualità delle risorse umane su cui conta nell'equilibrio riconosciuto dall'uomo e dal diritto.
Se considerassimo che la prevenzione è la preparazione e la disposizione fatta anticipatamente per evitare un rischio, siamo molto lontano da ottenerla; peró se la osserviamo come la provvisione di qualcosa che servirá per uno scopo specifico allora possiamo utilizarla per “informare, formare e annullare l’immagine del mito” come il fondamento per estendere l'azionare. I risultati potrebbero essere valutati come positivi o negativi, se la forma fosse indicata o potesse essere usata un'altra strategia, ma la ricerca ed il denominatore comune per tutti noi compromessi con questa sfida è cercare di far comprendere che essere gruppo dipendente è uno stato circostanziale e provvisorio che può essere risolto con l’orientazione e le informazioni adatte, informazioni che permetteranno imparare cioè che fare nel supporto di chi nell'apparenza ha perso il contatto con la realtà.
Non possiamo descrivere gli infiniti ed intricati rapporti della società, la necessità di sviluppo, la spiritualità particolare inclusa o la partecipazione nei gruppi. Ma sì, domandarci che cosa collega al gruppo? La dipendenza, lo stress, la sofferenza o l’incapacità di relazionarsi? Una crisi dell'identità sociale? Assenza dell'identità culturale autentica?
La dipendenza del gruppo non ha limiti definiti chiaramente perché interessa i rapporti sociali e altera i ruoli stabiliti; significa allora che va oltre l'individuo. Sappiamo che un singolo comportamento può essere considerato additivo quando si fissa aldilà della soddisfazione. Certamente possiamo affermare che la dipendenza dei gruppi è una realtà in cui c’è addizione ma non c’è sostanza. Se non provassimo a capire la dipendenza del gruppo - gruppo dipendenza - da questa prospettiva, elimineremmo quello problematico e sottovaluteremmo a coloro che la soffrono, lasciandoli abbandonati alla possibilità di trasformarsi in uno strumento per il profitto degli obiettivi di altri e che niente hanno di comune con lo spiegamento delle proprie capacità, semplicemente per essere schiavi della propria addizione.
Mara Martinoli
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